Regione autonoma della Sardegna
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Tra i significati che si attribuiscono al toponimo Seneghe il più affascinante, ma non per questo più attendibile, è quello che lo collega a s’ena, la venad’acqua che trabocca dalle sorgenti e dai pozzi disseminati nel territorio e nell’abitato. La presenza dell’acqua è il principale motivo che ha spinto millenni prima di oggi delle popolazioni a scegliere la propria sede sul pianoro che interrompe la discesa ripida verso la pianura del Campidano. Nel territorio di Seneghe le più antiche testimonianze archeologiche risalgono a circa 2000 anni prima di Cristo, all’inizio della civiltà nuragica, e ancora oggi segnano profondamente il paesaggio. Ci sono alcune tombe di giganti in diverse condizioni di conservazione e almeno un centinaio di nuraghi. Insieme al paesaggio agrario con alberi sparsi e macchia mediterranea, questi monumenti costituiscono uno degli elementi di interesse del territorio seneghese. A partire dall’arrivo dei fenici e dei punici sulla costa occidentale, la vicenda del territorio seneghese si lega a Cornus, raggiungibile con una strada segnata dai solchi profondi dei carri, e alla sua storia. Dove è posto oggi l’abitato di Seneghe e nelle campagne si hanno tracce sicure di presenza punica e romana. Mentre i sardi indigeni continuano ad abitare attorno ai nuraghi che vanno in rovina nelle campagne sorgono le ville romane. Il dominio delle popolazioni provenienti dall’Africa e dalla penisola italiana, pur avendo condizionato la vita degli abitanti dell’isola per secoli, non ha lasciato .... Seneghe la storia
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