Regione autonoma della Sardegna
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La gran parte del territorio del comune assume una fisionomia tipica legata all'utilizzo secolare come pascolo per l'allevamento ovino e bovino, ma sono gli olivetti, che si estendono su una superficie di oltre 200 ettari, a caratterizzare in maniera peculiare i lineamenti del paesaggio;
la produzione dell'olio, apprezzato ben oltre i confini , e l'allevamento rappresentano i settori trainanti dell'economia locale.Molto ricca la vegetazione naturale che assume caratteri peculiari, principalmente legati alla quota; dominano i boschi di leccio e di sughera, ma sono presenti anche formazioni forestali a querce caducifoglie, a olivastro e boschi ripariali, oltre a fitocenosi peculiari ad alloro e agrifoglio, di notevole interesse naturalistico.Nelle zone montane, a quote superiori ai 750-800 m s.l.m., dominano i boschi caratterizzati da leccio e agrifoglio, ben visibili soprattutto nell'area di Pabassiu che costituiscono formazioni forestali di assoluto pregio naturalistico; tali boschi si arrochiscono di biancospino, clematide vitalba, edera e citiso trifloro, mentre lo strato erbaceo è dominato da ciclamino primaverile, erba fragolina, erba lucciola mediterranea, felce setifera e felce aquilina.Le zone alto-collinari e basso-montane (a quote superiori ai 450 m s.l.m.), sono occupate da estesi boschi di leccio, tipici per la presenza di un ricco contingente di specie lianose (clematide cirrosa, edera, clematide vitalba, etc.) e uno strato erbaceo con ciclamino primaverile e viola di Dehnhardt; questi boschi sono ben rappresentati nell'area compresa tra Cuguzzu, Sos Paris e Bae Mela da dove si estendono con continuità fino ai territori di Cuglieri e Santulussurgiu. Diffuse anche le sugherete, che nella parte settentrionale (Cadennaghe), costituiscono un bosco misto con querce caducifoglie e presentano uno strato arbustivo ricco di specie, caratterizzato da Citiso trifloro; nell'area di Monte Rassu, invece, le sugherete si differenziano per la presenza di leccio, corbezzolo, erica arborea e mirto, evidenziando il passaggio verso aree maggiormente termofile.Nelle aree basso-collinari, sono presenti boschi dominati da leccio e olivastro, conalaterno, ilatro comune e corbezzolo nel sottobosco e salsapariglia, robbia selvatica, caprifoglio mediterraneo, pungitopo, carice mediterranea e asplenio maggiore nello strato erbaceo.
Questa tipologia è ampiamente diffusa, in particolare nelle vallate del Rio Bia Iosso (Massa Loi, Fache Sole, Malancone) e in quelle del Rio Sirisi (Monte Olia, Matta Lada e Matta Candida), dove si ritrovano formazioni in buono stato di conservazione. Nelle aree più meridionali, al contatto con la piana di Milis, i boschi di leccio si arrichiscono di sughera, con la presenza di arbusti caducifogli nello strato arbustivo (pero mandorlino, prugnolo selvatico), specie termofile (lentisco, alaterno e mirto) e un ricco strato lianoso (tamaro, salsapariglia, caprifoglio mediterraneo e rosa di San Giovanni). Alle quote più basse, sono diffuse le boscaglie a olivastro, con asparago bianco ed elevata frequenza di lentisco, clematide cirrosa, ilatro comune e arisaro comune.Lungo i corsi d'acqua sono abbondanti i boschi ripariali costituiti da olmo campestre e salici nelle situazioni pianeggianti, mentre nei corsi d'acqua a scorrimento veloce, si possono osservare boschi a galleria di ontano nero.Presentano un rilevante interesse naturalistico le boscaglie ad alloro e, alle altitudini più elevate, i lembi relitti di cenosi ad agrifoglio, che rappresentano una peculiarità del territorio meritevole di ulteriori studi e azioni di conservazione.Molto interessante dal punto di vista naturalistico anche la flora e la vegetazione delle piccole pareti rocciose, che si presentano ricche in specie endemiche, con fitocenosi a ciombolino trilobo, silene nodulosa, stregona di Corsica, arenaria balearica, spillone di Sardegna. Tra le altre endemiche merita citare la quercia di Sardegna, il salice di Arrigoni, la viola sardo-corsa, il finocchio-acquaticoseneghe_monte_panoramica_007 di Sardegna (esclusive della Sardegna) e la silene nodulosa, l'erba di Santa Barbara di Sardegna, la digitale purpurea e la sassifraga sardo-corsa (endemiche Sardo-Corse).La conoscenza della diversità faunistica del territorio, e in generale del Montiferru, è disomogenea e molte categorie sistematiche sono poco conosciute. Per il territorio di Seneghe vengono segnalate 3 specie di anfibi, tra cui gli endemici discoglosso sardo e raganella sarda, e 12 specie di rettili tra cui gli endemici tarantolino, algiroide nano, lucertola campestre e luscengola. Complessivamente sono state censite circa 80 specie di uccelli, pari a circa il 50% di tutte le specie nidificanti in Sardegna, tra i quali ricordiamo gli endemici astore, sparviere, poiana, barbagianni, scricciolo, pigliamosche, cinciallegra, venturone corso e ghiandaia (endemica esclusiva sarda). Sono state infine censite 17 specie di mammiferi (esclusi i chirotteri, non ancora studiati), tra i quali la lepre sarda, il quercino, la crocidura rossicciae la martora. Tra le specie più diffuse sicuramente il cinghiale e la volpe. Di particolare interesse, per chi volesse visitare Seneghe è il bosco comunale, chiamato "su monte", che si estende per circa 900 ettari, dove si possono osservare le principali tipologie forestali presenti nel territorio, alberi secolari e numerose specie animali e vegetali di interesse naturalistico; inoltre dai punti panoramici di Funtanas e Cuguzzu si può godere di un'ampia vista che spazia dalle zone costiere sino alle più alte cime del Gennargentu.
Testo di Giuseppe Fenu
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